“Scarificazione” il tatuaggio con le cicatrici: una tradizione africana degli Shilluk e altre Tribù

Una singolare e antica tradizione, oggi praticata solo da alcuni gruppi etnici africani e tra gli aborigeni australiani, è la scarificazione. La scarificazione ha origini molto antiche poichè viene raffigurata in dei dipinti risalenti a quasi 10.000 anni fa. Con queste termine (scarnificazione) viene indicata la pratica di incidere gli strati superficiali della pelle e non lasciarli guarire normalmente. Infatti in queste “ferite” spesso si inseriscono pezzi di legno, semi o cenere in modo da rigonfiare la cicatrice o, in altre occasioni, si incide più volte.



Una delle Tribù dove la scarnificazione è considerata indispensabile è la tribù dei Shilluk nel Sudan dove con la pelle liscia rimangono solo i bambini.

Gli Shilluk sono il terzo gruppo etnico del Sudan dopo i Dinka e i Nuer. La loro società si divide in clan e vivono in grandi villaggi con capanne di forma conica. Buona parte della popolazione è Cristiana (sono presenti sia cattolici che protestanti). Vivono di agricoltura, caccia, pesca e soprattutto allevando bovini.

Questo popolo è conosciuto al mondo soprattutto per le scarificazioni della pelle che sono legate a riti di passaggio per quanto riguarda le varie fasce d’età. Inoltre la scarificazione risponde a canoni estetici precisi, i disegni e le forme che vengono create costituiscono una sorta di “carta d’identità stampata sulla pelle”.

Il mondo occidentale non ha comunque preso le distanze da questa pratica discutibile, infatti rientra nello stesso mondo (anche se meno diffusa) dei tatuaggi e del piercing. Il tutto viene documentato in diversi video su Youtube.