IL PRIMO GENNAIO NELL’ ANTICA ROMA

IL PRIMO GENNAIO NELL’ ANTICA ROMA

Il mese prende nome dal Dio Giano, il Dio dai due volti, principio fine, presente passato, vita morte. Egli è il Dio del passaggio.
1 gennaio – AESCULAPIUS – festa in onore di Esculapio, Dio della medicina che dal 291 a.c. aveva un tempio sull’isola Tiberina.
Dio della medicina, Esculapio era il nome latino del Dio greco Asclepio, figlio di Apollo e di Coronide, e allevato dal centauro Chirone.
Le sue straordinarie capacità di medico gli permisero non solo di curare i malati, ma di risuscitare i morti. Ades se ne lamentò con Zeus che colpì il medico con un fulmine.
Esculapio alla sua morte ricevette onori divini e gli furono eretti molti templi, tra cui più celebre quello di Epidauro, dove i malati si recavano in pellegrinaggio.
Qui era rappresentato con una statua in oro e avorio con l’aspetto di un uomo dalla lunga barba, che reggeva in mano un bastone intorno al quale era attorcigliato un serpente.
Da Epidauro il suo culto fu introdotto a Roma in seguito a una pestilenza scoppiata nel III secolo a.c.
Quando, grazie ai sacrifici offerti ad Esculapio, l’epidemia cessò, i Romani, grati, gli eressero un tempio.
Sue figlie furono Panacea. personificazione divina di un’erba o di una medicina mitica, capace di guarire ogni male, e Igea, dea della salute e dell’igiene.

IL TEMPIO

Il tempio di Esculapio era situato sull’Isola Tiberina, a Roma. Il tempio venne eretto tra il 293 e il 290 ac, mentre la sua consacrazione avvenne l’anno successivo, e un altro analogo insiste ancora oggi nel laghetto di Villa Borghese.
Secondo una tradizione, nel 293 ac a Roma scoppiò una grave epidemia, che spinse il Senato a far costruire di Asclepio, che poi avrebbe assunto il nome latino di Aesculapius. Dopo aver consultato i Libri Sibillini una delegazione di saggi romani venne inviata a Epidauro, in Grecia, in cui era presente un santuario molto famoso dedicato appunto ad Asclepio, per ottenere una statua del Dio da portare a Roma.
In realtà non ottennero la statua ma durante i riti propiziatori un serpente colubro, sacro sia ad Apollo che ad Esculapio sbucò dalla base della statua del Dio, uscì dal santuario di Epidauro e andò a nascondersi all’interno della nave romana o forse nella stanza del tribuno Ogulnio che guidava la delegazione.
Certi che fosse un segno del Dio, i Romani tennero il colubro, finchè, giunti sul Tevere, accadde che nei pressi dell’isola Tiberina il serpente uscì dalla nave e si nascose sull’isolotto, indicando così il luogo dove avrebbe dovuto sorgere l’edificio. I lavori iniziarono subito e il tempio venne inaugurato nel 289 a.c.: da lì a breve l’epidemia ebbe fine.
L’isola, a ricordo dell’evento, venne rimodellata a forma di trireme. Un obelisco venne posto al centro dell’isola, davanti al tempio, come un albero maestro, mentre sulle rive vennero posti blocchi di travertino che simulavano una poppa e una prua. Sull’isola sorsero diverse strutture adibite al ricovero degli ammalati, e ciò è testimoniato da numerosi voti e iscrizioni rinvenuti in loco.
Il tempio andò distrutto nell’anno 1000 per costruirvi sopra la basilica di San Bartolomeo all’Isola. Il suo obelisco per sfregio fu abbattuto e smembrato in tre pezzi di cui due sono al museo di Napoli e uno al Museo di Monaco.
Il simbolo del serpente comunque era l’antico simbolo della Grande Madre, simbolo in parte terrestre perchè striscia sulla terra, e in parte ctonio, perchè scava le sue tane sottoterra.